L’Italia degli anni Sessanta e Settanta attraverso Il Mio Fratello è Figlio Unico di Danielle Luchetti

Mariane Delepaut, Kennesaw State University

Per questo progetto  ho scelto di parlare di un periodo importantissimo per l’Italia: gli anni Sessanta e Settanta attraverso un film che mi è piaciuto molto: Mio Fratello è Figlio Unico di Luchetti. Questo film è una base abbastanza interessante per la parte storica perchè copre vent’anni di storia tumultuosa d’Italia, ma si concentra anche sulla parte umana e sentimentale tra due fratelli. Quindi, il film è un laboratorio per l’analisi degli esseri umani in un contesto specifico di crisi e di opposizione.     

I ) Danielle Luchetti, la sceneggiatura e il suo modo di filmare.

Danielle Luchetti è nato a Roma il 25 luglio 1960. È il nipote di un famoso pittore in Italia e figlio di uno scrittore. Ha studiato le lettere e la storia  dell’arte. È durante gli anni all’università che diviene amico di Nanni Moretti che gli dà un piccolo ruolo in Bianca. Luchetti ha lavorato con molte  case di produzione come la Gaumont e ha anche assistito grandi registi come Moretti. Ha girato molti film e documentari e anche opere teatrali dal 1985. Ha anche avuto ruoli minori in una decina di film. 

Cinque dei suoi film hanno ricevuto premi, fra cui Mio Fratello è Figlio Unico, che ha avuto il Globo d’Oro della stampa estera come miglior film e il premio David di Donatello per la migliore sceneggiatura. È  stato anche nominato al festival de Cannes.

Daniele Luchetti, per la sceneggiatura del suo film, ha scelto Sandro Petraglia e Stefano Rulli, I due che hanno partecipato alla scrittura della sceneggiatura del capolavoro la Meglio Gioventù, un film che racconta la storia d’Italia dagli anni Sessanta agli anni Novanta attraverso le diverse generazioni di una famiglia italiana. Come il film di Luchetti, anche La Meglio Gioventù, all’inizio è la storia di due fratelli opposti.

Ecco come Paola Galgani descrive il modo di filmare di Luchetti : 
“Daniele Luchetti gioca molto sulla fisicità degli attori, cui si avvicina con la macchina da presa come non visto, ed assegna loro molta libertà nello spazio regalando freschezza all’insieme. Lo scopo non è tanto quello di rappresentare un’epoca in modo perfetto e paludato (obiettivo che sarebbe stato tra l’altro molto più costoso) ma semplicemente di farla immaginare, con toni leggeri e ironici.”
Luchetti ha deciso di filmare in modo abbastanza naturale: ha lasciato gli attori liberi, ha chiesto al direttore della fotografia di muoversi a 360°, come quello che può vedere una persona che gira la testa. Luchetti, rispondendo ai giornalisti di “nonsolocinema” dice « ho cercato inanzitutto la freschezza e la naturalezza. » Difatti, lui parla di un’epoca passata ma che però si analizza « con lo sguardo di oggi » (nonsolocinema.com).   

II) Il Riassunto del film

La storia si svuolge a Latina, una città del Lazio, negli anni Sessanta e Settanta. La famiglia Benassi ha tre figli : Violetta, studentessa al conservatorio, Manrico, operaio alla fabbrica, e Accio, il più giovane, che va al seminario.

Manrico ha l’anima di un leader, organizza la lotta sindacale, è comunista ed è totalmente rivoluzionario. Riesce a fare abbandonare il seminario ad Accio. Accio vuole studiare il latino ma i genitori lo mandano ad un istituto per questione di soldi.

L’atmosfera nella casa dei  Benassi è sempre tesa. Il padre e Manrico lavorano molto, sono impegnati nel sindacato, mentre Accio viene rigettato, paragonato agli altri due figli perchè non ha potuto fare quello che voleva: andare al liceo classico. Quindi si cerca, fa delle stupidaggini e trova un’altra figura paterna nel venditore di lenzuola, Mario Nastri, membro del Movimento Sociale Italiano. Mario converte Accio. A partire da quel momento, Accio diventa completamente impegnato nel partito e partecipa alle sue azioni. Anche se abita sempre con i genitori e Manrico che sono comunisti, e anche se ama la stessa ragazza del fratello, Francesca, rimane strafedele alle sue idee fasciste.

Tuttavia, un’opinione politica può cambiare di fronte ai sentimenti umani. Infatti quando i fascisti decidono di bruciare la macchina di Manrico, o quando i due fratelli si trovano opposti, obbligati a menarsi durante uno scontro tra le due fazioni, capiamo che da quel momento Accio comincia a cambiare e ad interesarsi alle idee del suo fratello maggiore. Finirà anche per raggiungere il Partito Comunista Italiano.

Ma nel frattempo, quando era ancora un iscritto del MSI, Mario è stato preso e gettato in prigione per fatti politici. Accio ha una relazione con Bella, sua moglie. Ma quando Mario esce, vuol amazzare Accio, ed è lui che muore di un arresto cardiaco. Nello stesso momento, un operaio spara al direttore della fabbrica e gli ruba una valigia piena di soldi. Manrico, per paura di essere accusato, preferisce scappare e scomparire dalla vita pubblica. Dopo più di un anno di silenzio, telefona al fratello chiedendogli di portargli uno zaino pieno di soldi nascosto nella sua camera. Vorrebbe comprare una casa per lui, Francesca e il loro bambino.
I fratelli hanno un appuntamento in un bar torinese. Si ritrovano, sono felicissimi perchè si amano davvero e si sono mancati.

Però il loro ritrovarsi non dura perchè Manrico viene amazzato da uomini armati nella strada quando tentava di scappare. Si capisce, grazie al contesto storico, che era probabilmente in affari con le brigate rosse. Anche Francesca viene arrestata e Accio torna a casa sua con suo nipote, Amedeo.

L’ultima scena mostra Accio che scassina la porta dell’ufficio degli alloggi e chiama tutte le famiglie per distribuire loro tutti questi nuovi alloggi che aspettavano da vent’anni.

III) I legami con il libro

Questo film è basato su un libro chiamato Il Fasciocomunista di Antonio Penacchi. L’adattazione  è abbastanza fedele alla storia originale, però con qualche cambiamento. Il film si concentra più sui sentimenti umani e il rapporto tra i due fratelli. È meno politico. Per esempio, Luchetti ha scelto di ambientare la storia a Torino e non a Milano come nel libro perchè dice che Torino ha un passato industriale più forte ed è anche stata il centro della lotta operaia.

Lo scopo del regista non era di mostrare il clima politico in Italia negli anni Sessanta e Settanta ma piuttosto di mostrare le relazioni tumultuose , violente e appassionate tra Manrico e Accio, i due protagonisti principali. E per questo, aveva bisogno di uno sfondo storico solido, ricco e recente. Nel libro di Pennacchi, si parla più della vita, delle  idee  di Accio, e delle sue opinioni politiche che cambiano. Accio non ama la stessa ragazza del fratello e questo è importantissimo nell’evolvere delle relazioni tra Accio e Manrico.

Si puo’ dire che Stefano Rulli e Sandro Petraglia si sono basati su un libro con basi solide allo scopo di fare un film che analizza i rapporti umani tra due fratelli opposti come centro e ha come sfondo il contesto politico e sociale di un’Italia che si cercava e si costruiva ancora. Paola Galgani giustifica questa scelta scrivendo che :
« Al centro del film, differentemente che nel romanzo, è proprio il rapporto tra fratelli, in cui l’affetto mescolato alla rivalità, all’invidia, all’immancabile divisione di ruoli, fanno "a pugni" tutto il tempo, affidando ad una fisicità oggi dimenticata il compito di esprimere i sentimenti. Apprezzabile la spontaneità dell’intero cast, evidentemente ben diretto: da Elio Germano, intenso, divertente e commovente, a Scamarcio perfettamente a suo agio nel suo ruolo, a Zingaretti che, in un ruolo non facile, riesce nella difficile impresa di farci compatire il ‘nemico’ .»

IV)Situazione politica e sociologica negli anni Sessante e Settanta in Italia.

Questo film copre un periodo di circa vent’anni in Italia. Gli anni Sessanta e Settanta sono anni chiave per la storia dell’Italia contemporanea.

È in quegli anni che l’Italia conosce il boom economico (1958 – 1963) che è stato all’origine di un miglioramento della situazione sociale, ma non abbastanza e non per tutti. Il Sud  ne ha approfittato molto di meno perchè i centri economici e industriali dell’Italia si trovano al Nord. Questo boom economico ha anche accompagnato l’emancipazione della donna, che comincia a lavorare fuori casa perchè non vuole più rimanere casalinga. Le famiglie comprano gli elettrodomestici e il modello mononucleare si sviluppa. In effetti, le coppie hanno meno figli e non continuano ad abitare con tutta la famiglia, con i nonni, gli zii…
Ma gli anni Sessanta sono anche gli anni di un altro fenomeno importantissimo : quello dell’emigrazione interna, legatissima al miracolo economico. Questo avvenimento ha essenzialmente toccato i meridionali che salivano al Nord, verso il triangolo industriale (Milano, Torino, Genova) per trovare un lavoro e delle migliori condizioni di vita. È stato un fenomeno caotico, non controllato e confuso di cui la politica non sembrava accorgersi.

Poi, alla fine degli anni Sessanta, nel 1968 comincia la contestazione studentesca e operaia. Questo movimento è stato prima lanciato nelle aule del Nord e poi gli studenti sono stati raggiunti dagli operai. È la ragione per la quale il movimento è stato così forte. È durato più di dieci anni in Italia.

Importantissimi sono stati anch gli anni di piombo, dovuti a un clima politico non stabile, governi che duravano pochissimo tempo, a causa dell’estrema sinistra e dell’estrema destra che commettevano attentati. Avevano adottato una strategia della tensione. Prendevano le armi per fare attentati allo scopo di spaventare la gente e di influenzare il suo voto.
Questi anni di piombo cominciano con la strage di Piazza Fontana a Milano il 12 dicembre 1969 e finiscono con l’attentato di Bologna nel 1980. Questo periodo di terrore ha raggiunto il suo punto massimo nel 1978, con il rapimento e l’assassinio del leader della Democrazia Cristiana, Aldo Moro. L’opinione pubblica seguiva quell’avvenimento orribile con cura attraverso le lettere che Moro aveva mandato all’altro capo della Democrazia Cristiana, Alcide De Gasperi.
Quegli anni sono stati anni di tormento, di dolore ma anche di grandi cambiamenti per un’Italia che stava costruendosi.

V) Le relazioni tra i due fratelli
La relazione tra Manrico e Accio è certamente l’elemento più importante del film. Come dice Daniele Luchetti, ha fatto  « un film incentrato su persone che fanno politica. Ed effettivamente è proprio il lato umano a prevalere » (it.movie.yahoo.com).
Appena cominciato il film, sappiamo che i due fratelli avranno una relazione specifica. Prima, tutto li oppone: Manrico è il maggiore, lavora in una fabbrica, è comunista, organizza la lotta sindacale nella quale è impegnatissimo, è carismatico, amato da tutti, colleziona le fidanzate ed è il figlio preferito dei genitori.

Invece Accio è l’ultimo figlio, vuole studiare il latino al liceo classico ma è mandato alla scuola tecnica perchè Manrico ha fatto così, ma anche per ragioni economiche. Sente che la mamma preferisce Manrico. Accio diviene fascista e non ha tante fidanzate, avrà una relazione con una donna sposata. Sono ancora opposti dal fatto che amano tutti e due la stessa ragazza, la fidanzata di Manrico, Francesca.

Anche i loro nomi non sono stati scelti per caso. Manrico viene sempre chiamato con il suo vero nome, che è bello mentre “Accio” è un sopranome con una connotazione negativa; il suo vero nome è Antonio, ma non lo sentiamo mai.
Quando eravano giovani, litigavano e si azzufavano sempre. Nonostante ciò, rimangono fratelli con legami di sangue stretti e fortissimi. Tutto quello che li separava prima, li avvicina dopo.

Ci sono elementi chiave nel film per il cambiamento di Accio. La prima delle cose è che si innamora della fidanzata del fratello, quindi i due si avvicinano ma rimangono soltanto amici. Poi , i due fratelli si dedicano alle loro idee e al loro rispettivo gruppo politico. Quando Accio scopre che i fascisti vogliono bruciare la macchina di Manrico, lo difende e il suo stato interiore comincia a cambiare.
Che cos’è più importante, una fazione politica, irrispettosa e razzista, o il legame con il fratello? Accio rompe definitivamente con il partito fascista dopo quell’evento. Lo vediamo chiaramente quando fa il gesto simbolico di stracciare la sua tessera d’appartenenza al partito e mette i pezzettini nella cassetta di Mario.

Per suo fratello, Accio accetta di opporsi agli iscritti al Movimento Sociale Italiano che dovrebbero essere i suoi compagni.
Tutto questo dimostra che Accio non è un essere così freddo come le sue opinioni politiche fanno pensare. Difatti è piuttosto sensibile, cerca la sua propria strada . Accio è la vera e propria dimostrazione che i sentimenti umani sono spesso contradittori ma sempre più forti delle idee. Ne abbiamo la prova quando Mario muore. Lo stringe tra le sue braccia, mentre Mario sta picchiandolo, dicendogli che lo odia. Queste parole significano che malgrado tutto quello che è successo, tutte queste battaglie politiche, Mario ha avuto un ruolo importante nella sua vita. Quando la situazione tra Accio e la sua famiglia era tesa, aveva trovato un padre in Mario anche se gli insegnava il fascismo. Accio piange la morte di Mario ed è Manrico che lo consola.

Per ritornare alla relazione tra Manrico e Accio, otteniamo attraverso l’opposizione delle loro idee e comportamenti l’opposizione di due fratelli e le differenze che li hanno separati dalla loro infanzia. Però, dall’altra parte abbiamo i conflitti dovuti alle loro opposizioni che li hanno avvicinati. E quando non è la politica che li divide, è l’amore. Questa relazione ambigua d’amore e di odio è onnipresente in tutto il film.

Nell’ultima scena del film, vediamo Accio e Manrico in un bar torinese. Non si sono visti per più di un anno, si battono per divertirsi e si insultano con amore per dirsi che comunque, si amano. Malgrado tutto quello che è successo o può succedere, rimangono fratelli e si amano. Niente o nessuno può distruggere questo fatto. “I due ragazzi si scontrano e incontrano metaforicamente e fisicamente, per tutto il film, procedendo con gli anni ad un finale aperto, il cui futuro forse si delinea finalmente per Accio una riconciliazione con sé stesso e con gli altri”, scrive Paola Galgani nella sua recensione.

Alla fine del film, Accio ha finalmente trovato la sua strada e riprende la lotta del fratello nella speranza di creare un mondo migliore per il popolo, il popolo che è una componente essenziale e principale del comunismo.
Dopo la morte di Manrico e l’arresto di Francesca, Accio si occupa di suo nipote, Amedeo. Attraverso il figlio di Manrico di cui si occupa, è a suo fratello che rende omaggio.

VI) Il titolo del film e la canzone di Rino Gaetano

Il titolo del capolavoro di Luchetti non è stato inventato. E’ infatti il titolo originale di una canzone di Rino Gaetano del 1976.
Tuttavia, c’è una cosa un pò strana: perché un film che ha preso il titolo di una canzone famosa, non fa mai apparire la canzone nella colonna sonora? Secondo Paola Galgani, « non compare la canzone di Rino Gaetano che dà il titolo al film perchè il regista non ha ritenuto insistere troppo sul tema. »

Non sono completamente d’accordo con lei. Certo, Luchetti non ha voluto centrare il film su un unico tema, sia la politica, sia i rapporti umani tra i membri della famiglia. Però, sentiamo e vediamo che quello che avviene tra i due fratelli è il nodo centrale e soprattutto il motore del film.

Secondo me, Luchetti ha scelto questa canzone come titolo perchè porta delle idee rivoluzionarie e risale agli anni Settanta. Se facciamo l’analisi di questa canzone possiamo dire che Gaetano parla di un fratello  senza pari, che ha le sue proprie idee che molto spesso vanno contro l’ordine stabilito. È quello che è abbordato nella seconda strofa. Nella terza strofa, parla del fratello che è figlio unico. Questa frase sembra senza senso, però se facciamo un paragone con il film, e se imaginiamo che sia Accio a cantare, ha senso, perchè nel film, Accio si sente messo da parte per via di un fratello bello, perfetto e amato da tutti, mentre lui sarebbe il bastian contrario della famiglia.

Tuttavia, anche se i due fratelli sono opposti, hanno sempre lo stesso sangue e si amano malgrado tutto. Ed è questo che ripete il cantautore in questa terza strofa: non importa quello che pensa, fa, è / o dice suo fratello, lo ama.

Secondo me, il « fratello » della canzone è Manrico, perché sembrano piuttosto parole di rivoluzionario comunista. Difatti dire che « esistono ancora gli sfruttati malpagati e frustrati », è l’ideologia comunista. E’ la teoria di Marx che sostiene che l’operaio è sfruttato dai padroni e alienato dal suo lavoro . Ritroviamo esattamente queste rivendicazioni nella bocca di Manrico quando è sul tetto della fabbrica e chiama agli operai di ribellarsi.

« Perchè è convinto che nell’amaro benedettino non sta il segreto della felicità » : questa prosa sembra anche uscire dalla bocca di Manrico. Ci ricorda l’inizio del film, quando Accio è al seminario e Manrico gli dà la fotografia di un’attrice per fargli commettere peccato affinchè abbandoni la religione e i suoi principi, che secondo Manrico sono un sacco di stupidaggini.

Per parlare un pó più di Rino Gaetano, Emanuelle Tirelli, giornalista , lo descrive come un « autore di canzoni graffianti e appassionate, paladino del sud e degli sfruttati, nemico giurato di tutto politici, Rino Gaetano è un songwriter di culto della scena italiana. » Questo giornalista dice anche che questa canzone è una denuncia sociale violenta dell’epoca e che Gaetano usa un vocabolario ironico e pungentissimo.

Infatti questa canzone « è soprattutto un amaro j’accuse che svela l’animo politico del cantautore crotonese » continua Tirelli. Rino Gaetano veniva dal Sud, dalla Calabria. Lui ha conosciuto la situazione di arrettratezza di questa regione. Quindi, diventa un portavoce fedele delle condizioni di vita e di lavoro della gente del Mezzogiorno.
Abbiamo anche qua un legame tra la canzone e il film, perchè la storia si svolge nel Lazio e che Manrico dirige la lotta sindacale ed è di estrema sinistra.

Conclusione
Grazie al talento, all’emozione e alla sensualità del regista, degli attori e degli scrittori della sceneggiatura, possiamo dire senza esitazioni che Mio Fratello è Figlio Unico è un vero e proprio grande film. Testimonia che quegli anni Sessanta e Settanta sono stati anni pieni di rivoluzione, cambiamenti ma anche di speranza per questo giovane paese che è l’Italia. Non dimentica neanche la parte umana, mostrando le relazioni ambigue e contradittorie tra due fratelli che si amano più di tutto. Questo film non è soltanto un capolavoro cinematografico, porta i valori fondamentali della vita e degli esseri umani di ieri e di oggi. Ed è certamente la ragione per la quale il film ha avuto questo successo così grande.

Works Cited: 

Basile, Marina e Tiziana Pellegrini. Correva l’anno. Rai.it, 2008. Web. 7 Dec 2009.
<http://www.correvalanno.rai.it/category/0,1067207,1067048-1078125,00.html#>.

Gaetano, Rino. « Moi Fratello è Figlio Unico ». italianissima.com N.p. n.d. Web. 17 Nov 2009. <http://www.italianissima.net/testi/miofrate.htm>.

Galgani, Paola. “Fratello, Dove Sei…”. Offscreen.it. N.p. 2007. Web. 18 Nov 2009.
<http://www.offscreen.it/rece/miofratelloefigliounico.htm>.

Guglielmino, Ada.  « Danielle Luchetti: ‘Nel Moi Film Storie Di Persone’ ».
nonsolocinema.com. N.p. 18 Aprile 2007. Web. 19 Nov 2009. <http://www.nonsolocinema.com/DANIELE-LUCHETTI-NEL-MIO-FILM.html>.

«Il Fasciocomunista ». recensionelibro.it. n.d. Web. 7 Dec 2009.
<http://www.recensionelibro.it/il-fasciocomunista-antonio-pennacchi.html>.

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Tirelli, Emanuelle. « Fiabe Amare Di Un Cantastorie ». ondarock.com. N.p. n.d. Web. 18 Nov.2009. <http://www.ondarock.it/italia/rinogaetano.htm>.
« Danielle Luchetti, Biographie ». allocine.fr. Allocine.com. n.d. Web. 5 Dec 2009. 
<http://www.allocine.fr/personne/fichepersonne-10436/biographie/>.

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